Nella cantina di Gino, quella col pavimento che trema quando passa un tram e l’odore di mosto incrostato nei muri dal ’79, entrano due tizi che nemmeno il vino più forte riesce a sfigurare.
Uno ha l’aria da statista stanco, l’altro da miliardario satollo e pronto a comprare l’aria che respira.
Il primo è un Presidente (pare sia americano), l’altro è un Ricco.sudafricano
. Ma si capisce subito che hanno il portafoglio gonfio e il cervello contratto.
«Io rappresento il popolo!» – tuona il Presidente, scolando il primo bicchiere senza dire grazie.
«E io lo ti ho fatto eleggere con i miei soldi» – ribatte il Ricco, con il sorriso di chi evade tutto tranne le responsabilità.
Gino li guarda di sbieco mentre pulisce un bicchiere con un fazzoletto che potrebbe testimoniargli almeno due guerre.
«Mo’ si parte.» – sospira.
Nel giro di tre minuti, la discussione esplode.
Il Ricco accusa il Presidente di farsi eleggere con i voti della disperazione e poi sedersi in prima classe.
Il Presidente controbatte dicendo che senza evasione fiscale la nazione sarebbe Dubai, ma loro — “loro” — non pagano nemmeno l’acqua della bottiglia.
«Tu hai costruito imperi sulle truffe!»
«E tu hai venduto le scuole pubbliche per farci resort a cinque stelle!»
«Io almeno do lavoro!»
«Tu dai stipendi da fame!»
«Io creo ricchezza!»
«Per te, pezzente in yacht!»
I pochi avventori — un vecchio con l’orecchio tappato e una coppia in silenzio da vent’anni — continuano a mangiare pane e formaggio, ignorando la guerra in atto.
A un certo punto, il Ricco tenta il colpo basso:
«Io non dormo mai. e tu sei sempre in diretta a dire bugie.»
Silenzio. Poi un bicchiere vola. E sbatte. Non contro la testa di qualcuno, ma contro il muro, accanto al ritratto sbiadito di Totò. Che pare sospirare anche lui.
Gino, che nel frattempo si è arrotolato le maniche senza fretta, si avvicina:
«Uagliù... nun me ne fotte chi siete. Ma si nun la finite ve faccio capa e muro (se non la smettete vi sbatto con la testa contro il muro)
I due si guardano, si siedono e bevono :«Dai, brindiamo alla libertà.» e «Alla concorrenza leale.»
Nel mentre Gino versa il vino. Rigorosamente sfuso. Rigorosamente rosso, e fatto in casa.
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