Sotto l’insegna scolorita dell’Osteria di fuori porta ieri sera si sono dati appuntamento cinque tra i più influenti esportatori di diplomazia armata: Donald Trump, Vladimir Putin, Xi Jinping, Volodymyr Zelensky e Benjamin Netanyahu. Il pretesto? Una cena conviviale “per la pace”. Il risultato? Una comanda lunga tre portate e due continenti bombardati.così mentre il cameriere serviva tagliatelle alla geopolitica spinta, i cinque leader hanno discusso animatamente dei confini, delle linee rosse e delle zone cuscinetto, usando fette di salame come segnalini tattici su una tovaglia di carta.
Xi, con la compostezza di chi sa aspettare, ha proposto di divider
e il mondo “a zone di influenza gastronomica”.
e il mondo “a zone di influenza gastronomica”.
Putin ha chiesto l’annessione del piatto di Zelensky.
Zelensky ha risposto con una metafora teatrale che nessuno ha capito.
Netanyahu ha ordinato un secondo confine.
Trump ha suggerito di bombardare il dessert “prima che lo facciano loro”.
Alla fine, nessuno ha pagato il conto.
Trump ha detto che avrebbe fatto pagare la Cina.
Putin ha accusato la NATO.
Xi ha sorriso.
Netanyahu ha lasciato un drone come mancia.
Zelensky ha promesso che l’Occidente avrebbe coperto tutto con un crowdfunding.
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